US Universities decide that free speech is too burdensome so are going down a fascist path!
‘A police state’: US universit...
‘A police state’: US universities impose rules to avoid repeat of Gaza protests
Students, faculty and advocates warn of chilling effect on free speech as schools across US introduce restrictionsGuardian staff reporter (The Guardian)
Test 123 test
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(how does ap federation work in this?)
Bored of standard search results? Want to see results as what they are instead of simple links? Want to build your own index? #HereUS #Search is available now! Little hint: Check where /main.py points, a little surprise for #opensource enthusiasts! search.hereus.net
Ontario Science Centre closes after roof in danger of collapsing under weight of Doug Ford’s bullshit #onpoli #topoli thebeaverton.com/2024/06/onta...
An unlikely couple
Farcaster, meet Newsmast. It’s weird when two things pop up around the same time, looking the same. Like Hollywood releasing two versions of the same story, in the same year.Michael Foster (Patchwork Blog)
The Scissors, the Paste-Pot, and the Large Language Model | Ryan C. Cordell
Book history, digital humanities, old newspapers, and information sciencesryancordell.org
la sabartolomenica di
Radio Eustachio
una due giorni di incontri, costruzioni, accrocchi e musica!
sabato 25/05
- ore 11.00: Come funziona lo strumento radio: onde medie e corte
- ore 15.00: Calendari condivisi. Presentazione di Gancio e le istanze gancio.cisti.org, balotta.org e lasitua.org
- ore 17.00: Autocostruzione di un ricevitore AM (o qualcosa di simile)
- ore 19.00: Concerto con i Kani Sholty e a seguire selecta musicale con djset eustachiani!
domenica 26/05
- ore 11.00: Mercato autoproduzioni del Gigi Piccoli con diretta a microfono aperto
- ore 15.00: Chiacchiera su Gancio: una proposta per un calendario condiviso locale
- ore 17.00: Concerto e streaming di DucalicRock! con The Slurmies e Maybe Wonders
Radio Eustachio ha un blog: eustachio.indivia.net/blog
La due giorni è pure un pre-hackmeeting!
Il tutto si svolgerà al Gigi Piccoli, in via Caroto 1, Verona
El Grupo de Hombres Antipatriarkal os invitamos a participar en estas jornadas para confrontar el machismo juntxs.
🗓 Viernes 31 de mayo a las 18:00h
▶️ Cine-Encuentro: Pobres Criaturas
▶️ Tema: control masculino
▶️ Actividad gratuita y mixta. Aforo limitado
🗓 Sábado 1 de junio a las 11:00h
▶️ Escape Macho´s
▶️ ¿Taller? De ¿nuevas? ¿masculinidades?
▶️ Actividad gratuita y no mixta (solo señoros). Aforo limitado
📍 Lugar Local Colectivo Kontracorriente. C/ Juan Antonio Bardem 10 <M> Las suertes - L1
¡¡Ven, participa y difunde!!
#VallekasAntipatriarkal #ContraLasViolenciasMachistas #ElMachismoMata #Kontracorriente #PuebloVallekas
Assemblea Scuola Torino è un collettivo che si è formato alla fine del 2023, a cui partecipano lavoratrici e lavoratori provenienti da circa una quarantina di scuole della Provincia di Torino, con storie e appartenenze politiche diverse. I nostri obiettivi ruotano attorno a tre parole chiave: critica, organizzazione, solidarietà.
Ci confrontiamo sui bisogni e sui problemi reali che riscontriamo sui nostri posti di lavoro: aziendalizzazione della scuola, svilimento della professione d’insegnante, gerarchizzazione dei saperi, dei mestieri, degli indirizzi scolastici.
Condividiamo pratiche di riappropriazione della scuola.
Ci attiviamo per sostenere le persone della scuola in lotta.
Il 24 maggio, sotto la tettoia di Parco Dora, ti invitiamo a partecipare al benefit per aiutare colleghi che sono stati vessati dai loro Dirigenti o che hanno fatto una precisa scelta di disobbedienza e sono stati per questo licenziati. Ti aspettiamo con musica, cibo e birrette. Tu porta un bicchiere, tanta voglia di chiacchierare e di scambiarsi idee sulla scuola!
MOBILITAZIONE PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR
La tortura legalizzata dei lager di Stato è ormai una innegabile certezza documentata da centinaia di foto, video, dossier e testimonianze, arrivate anche nelle le aule giudiziarie, a rivelare la vergogna finora tenuta nascosta.
La verità di oltre 25 anni di abusi, violenze e soprusi dietro le sbarre dei luoghi di detenzione amministrativa a danno di persone che, in gabbie nascoste nelle nostre città, vengono private della libertà personale non per un reato, ma per un illecito amministrativo che non possono non commettere: quello di non possedere un titolo di soggiorno che la legge non permette nei fatti di avere.
Questo odioso esempio di razzismo istituzionale (non esiste la detenzione amministrativa per un cittadin italian) è il colpo di coda dello stesso mostro che poggia la testa e le mani insanguinate sulle frontiere della Fortezza Europa, all'ingresso della quale il nostro paese svolge il suo compito infame di fido cane da guardia.
Tra i suoi frutti più amari:
il memorandum a firma Minniti che, prorogato, finanzia a tutt'oggi i lager libici e la guardia costiera che riporta all'inferno chi ne è sfuggito;
il trattato Italia-Tunisia a firma Lamorgese e rinnovato dalla Meloni, che dietro il paravento di scambi commerciali favorisce ogni anno la deportazione di migliaia di cittadini tunisini fuggiti dal proprio paese, in mano ad un dittatore xenofobo e affamatore;
il progressivo dilagare della detenzione amministrativa anche alle frontiere, che imprigiona e criminalizza non più solo chi è etichettato come "migrante economico" ma anche le stesse persone richiedenti asilo tutelate dalla Costituzione.
Il tutto mentre ancora più subdola e sofisticata si prepara ad essere la violenza al varco dell'UE tramite l'utilizzo di schedature preventive e scanner biometrici a rubare identità e libertà di movimento a chiunque abbia più di sei anni.
Poi, il destino di chi osa varcare la soglia, sopravvivendo alle traversate e ai "game" balcanici, invece, è lo stesso di sempre: il ricatto della clandestinità e l'invisibilità totale, sotto la minaccia costante della deportazione, che aggiunge violenza a violenza, fisica e psichica.
Nel mezzo, la minaccia della detenzione amministrativa, che istituzionalizza quella violazione sistematica dei diritti fondamentali che apre, nelle nostre città, pericolose voragini. Aree grigie in cui la legge è sospesa e tutto è permesso, creando un arretramento dei diritti che costituisce un grave precedente non solo per chi ha a cuore la solidarietà con le persone migranti, ma per tutte e tutti.
E' infatti il banco di prova per l'avanzata dell'arbitrio dello Stato, che brandisce la clava del binomio "sicurezza - immigrazione" a suon di decreti liberticidi in bilico sulla finzione di un'emergenza perenne e sulla prospettazione di un pericolo costante per i nostri "valori". Questo, al fine di legittimare l'utilizzo della violenza e della repressione generalizzata, dai manganelli nelle piazze, ai piccoli e grandi soprusi quotidiani.
Ed esempio scandaloso di tale avanzata repressiva che surfa sapientemente sull'onda emotiva è stato l'osceno e paradossale spettacolo di ministri dalla faccia di tolla, che, ai piedi di un relitto ancora caldo su una costa calabra, hanno usurpato il nome dell'ennesima strage di Stato, di mare, proprio per fare delle prospettive minnitiane del 2017 concreta realtà. Con, fra l'altro, il raddoppio del numero dei CPR e l'allungamento sei volte tanto dei tempi di detenzione massima. Per poi giungere all'aberrazione del progetto di delocalizzazione in territorio albanese di questo sistema, come un qualsiasi call center, al fine di proseguire ancora più indisturbati ed impuniti nell'azione di umiliazione della dignità umana di chi ha la colpa di non avere quel pezzo di carta che non gli si vuole dare.
Ebbene, ora che gli strumenti repressivi - affinati negli anni anche da una certa sinistra, nel gioco devastante di rincorsa delle destre in nome di sicurezza, decoro e legalità - sono nelle mani di uno dei governi più fascisti dalla nostra Repubblica mettendo in pericolo chiunque, non c'è neppure più il tempo di ricercare e rimpallarsi le colpe, che restano trasversali e ben evidenti.
E' invece il tempo di pretendere e ottenere con un vasto fronte un'inversione di rotta, la fine della violenza legalizzata, che nei centri di permanenza per il rimpatrio vede la punta dell'iceberg e l'esempio più eclatante e simbolico.
Oltretutto, i fatti ora parlano più chiaro che mai: non esiste un "caso Milano", non esiste un "caso Ousmane Sylla"; è la stessa detenzione amministrativa ad essere voluta e concepita come luogo di tortura psicofisica e di morte, a perenne monito per i futuri ingressi, e come prova muscolare a favor di telecamera in tempo di elezioni.
E se alla favoletta del modello di CPR propugnato da alcuni "democratici" - quello in cui i diritti vengano monitorati e rispettati - non abbiamo mai creduto, non ci crederemo proprio ora che le più recenti vicende del CPR di Milano ne dimostrano l'irrealizzabilità: commissariato dalla Procura, resta il lager di sempre, ripresentando le stesse atrocità che si ripetono da decenni in tutti i CPR, in tutte le città e qualunque sia il gestore: sono proprio concepiti così.
Non possiamo quindi assistere inerti alla moltiplicazione di questi luoghi di repressione e di lenta tortura psicofisica, né tantomeno alla loro rimozione forzata dalla visuale della società civile: ne va dei diritti di tutte e di tutti.
E' dovere ed interesse di ciascuno e ciascuna mobilitarsi perché vengano chiusi, a cominciare dal CPR di Milano, che già fu chiuso una decina di anni fa: che sia un lager non lo diciamo solo noi e le circa 1850 persone rimaste impigliate tra le sue sbarre, ma una montagna di prove inequivocabili, anche sui tavoli di diverse Procure, davanti alle quali non è più possibile fingere di non sapere.
UN LAGER COMMISSARIATO RESTA SEMPRE UN LAGER: NON ESISTE UN MODO GIUSTO PER FARE UNA COSA INGIUSTA.
I CPR VANNO CHIUSI TUTTI E SUBITO, COMINCIAMO DA VIA CORELLI!
NO CPR NO LAGER DI STATO, NE' A MILANO, NE' ALTROVE, NE' IN LIBIA NE' IN ALBANIA!
Appuntamento a Milano, sabato 6 aprile 2024 ore 15
(luogo di partenza da definire)
Per adesioni di realtà collettive: noaicpr@gmail.com
Per finanziare la mobilitazione: shorturl.at/fhMY8
Qui la lista adesioni in aggiornamento
Per allargare i nostri orizzonti di lotta e confrontarci con realtà politiche del territorio abbiamo organizzato un incontro/confronto con l'incontro con l'Unione Contadina allo spaccio. Durante il banchetto conoscenza informale col compagno Giovanni portavoce UC, dalle 20 collegamento in rete con compagne contadine aderenti all'Unione. Come primo passo nell'allargamento delle prospettive relazionali dello spaccio ci piacerebbe essere tante e variegate.
A Torino il CPR è stato distrutto, ma i CPR esistono ancora!
🔴 sabato 16/03 ore 14:30 in piazza castello
È passato poco più di un anno dalle rivolte che hanno fatto chiudere il centro di detenzione di corso Brunelleschi, ma nel frattempo la macchina della detenzione amministrativa è andata avanti, causando morti e violenze di stato, a cui le persone detenute hanno risposto con proteste e rivolte in molti centri d'Italia
Chiamiamo questo corteo perché la lotta contro la detenzione amministrativa e la solidarietà verso chi si trova reclus*, o rischia di esserlo, non ha confini di città, né di regione né di stato.
A Torino come altrove non possiamo accettare l'esistenza di questi luoghi e delle politiche di gestione migratoria che li sottendono.
Anche se questo luogo fisicamente non esiste nella città di Torino, la macchina delle espulsioni continua a minacciare le vite delle persone al nostro fianco come quelle più lontane, ne è una prova il recente fermo di un compagno che si spende in questa lotta proprio nella nostra città e la sua reclusione al CPR di Milano.
Ci vediamo sabato 16 marzo alle 14.30 in piazza Castello
in solidarietà con Jamal e tutt l reclus*
No alle Frontiere
No ai CPR
Né qui, né altrove